Recensione d'uso della Canon Eos 5 D Mark III
Come di consueto
per le mie recensioni, anche nel caso della Canon EOS 5 D Mark III, non mi
dilungherò in aspetti esageratamente tecnici o in analisi strumentali. Aspetti
questi che sono molto bene approfonditi da una moltitudine di siti, sia
italiani che stranieri. Al solito, riporto qui le impressioni d'uso, a dire il
vero ancora abbastanza acerbe, avendo la macchina da poco (inizio 2013) e non avendo nemmeno
potuto scattarci molto. E tuttavia, anche perché provengo dalla splendida 5d
MKII, ritengo di poter fornire già da ora qualche spunto interessante, sia per
chi voglia fare il grande salto verso il Full Frame, sia per chi stia meditando
un upgrade da MarkII o MarkI.
CORPO E COMANDI
A vederla non sembra così diversa dalla progenitrice MKII. A occhio e croce dimensioni e forme sono molto simili. Ma appena la si prende in mano, si sente subito che é fatta di un'altra pasta. E' avvertibilmente più pesante e ha un bilanciamento tale che la fa subito apprezzare nonostante le dimensioni comunque (relativamente) contenute. A parte qualche lieve modifica (tra cui finalmente la leva di accensione in posizione ergonomica e di facile uso), il layout generale dei comandi è sostanzialmente quello già visto negli ultimi corpi Canon e, in particolare, molto simile a quello della della 7D. I vani di batteria e schede di memoria (in questa edizione della serie 5 sono diventate 2, una CF e una SD) si aprono e chiudono senza scricchiolare, sono assistiti da molla e sembrano estremamenet robusti. La batteria tampone è facilmente accessibile attraverso una sportellino dedicato. I pulsanti sono tutti comodi e facili da raggingere (a parte il tasto multifunzione, posizionato in prossimità del pulsante di scatto in una posizione scomoda e poco intuitiva) e la doppia ghiera "tradizionale" Canon permette di mantenere le buone abitudini eventualmente acquisite con altri corpi pro o semipro della casa rossonera. Il mirino è bellissimo, grande (ha una copertura di circa il 100% del campo inquadrato) e molto luminoso. Chi provenga da APS-C lo noterà subito, perché la differenza rispetto alle fotocamere a sensore ridotto (e non solo entry level) è davvero tanta. A mirino sono riportate tute le informazioni più importanti (tempi, diaftrammi, esposimetro, iso, scatti a disposizione in raffica), per cui l'operatività è assicurata senza bisogno di spostare l'occhio. I menu rimangono nello stile Canon, a mio avviso intuitivo e piacevole. Rispetto alla Mark II qui però viene introdotta, per ogni voce di menu, la visualizzazione multischeda. In questo modo, non occorre "scrollare" la schermata, anche se forse il sistema, per quanto piacevole a vedersi, è un pelo meno veloce rispetto a prima. La macchina, al di là delle classificazioni da marketing (che la vorrebbero semipro), è sostanzialmente professionale in tutto e per tutto. E questo si riflette nella complessità dei menu e nella miriade di impostazioni diverse possibili. Particolarmente impressionante il menu del sistema autofocus, che consente un livello di personalizzazione estremo (si va dalla possibilità di selezionare da 9 a 61 punti AF utilizzabili, alle diverse configurazioni del sistema, finao alla moltitudine di possibilità collegate all'uso dell'AF a inseguimento). Graditissima la possibilità di personalizzare moltissimi pulsanti, assegnando loro funzioni diverse da quelle "di fabbrica" (io per esempio, sposto l'attivazione dell'af sul pulsante asterisco, il blocco esposizione su af-on, la livella su m.fn. e l'ingrandimento in review sul pulsante SET). In pratica, questa è una macchina che si può tagliare quasi a misura di ogni utente. Il corpo, completo di batteria e schede pesa quasi un chilo, ma in cambio restituisce una sensazione di ottiimo bilanciamento e una generale impressione di solidità e robustezza. Dopo aver maneggiato diverse reflex, di diverse marche e categorie, devo dire che questa è la prima Canon non serie 1 (il top di gamma) a restituire una piena sensazione di professionalità e robustezza. Non dico che con una macchina del genere si possano affrontare tempeste, ma sicuramente per un uso quotidiano, anche impegnativo, non c'è di che temere.
RENDIMENTO E PRESTAZIONI
Diciamolo subito: sono abituato bene. Provengo da una macchina comunque ottima, come la 5dMKII, dispongo di lenti che vanno dal discreto all'ottimo e mi sono abituato a guardare le foto che produco con occhio abbastanza critico. Insomma, nel fare il passaggio, e dopo aver letto un po' dappertutto che le migliorie della MKIII rispetto alla II si concentravano un po' sotto tutti gli aspetti, meno che sulla qualità dell'immagine, ero un po' prevenuto quando sono andato ad aprire le prime volte i i RAW del nuovo mostriciattolo.
Non ci giro intorno: il primo impatto, guardando i raw così come escono dalla macchina, è quello di essere "a casa". Colori, contrasti, gamma dinamica (che in realtà sulla III è superiore) sono proprio "made in Canon". Ma iniziando a osservare il file in modo più attento e soprattutto cominciado a lavorarlo in modo approfondito, le differenze vengono fuori, eccome. Vediamole: innanzitutto, si nota subito alla prima zoommata al 100% ed in modo impressionante, un aumento della risolvenza del sensore che si traduce in una nitidezza molto maggiore rispetto a quanto il contenuto aumento di risoluzione avrebbe lasciato immaginare. Tutte le mie lenti è come se avessero preso nuova vita. Persino il 24-105 L, che notoriamente dai 70 mm in sù non gode fama di essere una "lama", mi restituisce scatti incredibilmente "croccanti".
Il recupero delle basse luci e delle ombre è anche migliorato rispetto alla II (che era notoriamenet afflitta da problemi di banding, anche se a mio avviso meno gravi di quelli da più parti dendunciati). Occorre anche dire che per il mio genere di fotografia, non sono solito aprire le ombre di due stop. Non amo gli HDR e per me una foto deve avere contrasto quindi, se devo aprire le ombre di due stop significa che ho cannato l'esposizione, e allora la foto la butto. Però, quando serve, magari perché non ho ocn me il flash per una luce di schiarita, sapere di potere tranquillamente recuperare qualcosa è una buona sicurezza. E la MKIII non delude, acnhe se è lontana anni luce dalle mostruose prestazioni di cui sono capaci, a bassi ISO, i nuovi sensori sony, montati per esempio sulla nuova NIkon D800. In compenso, il recupero sulle alte luci è notevolissimo. MI è capitato, mentre armeggiavo con la macchina nuova le prime volte, di scattare per errore una foto in M, convinto di essere in AV. Risultato, foto completamente bruciata. La stavo buttando, quando per sfizio, ho provato a recuperarla. Ebbene, con un - 2 abbondante nell'esposizione in Lightroom 4, la foto è diventata perfetta. Recuperate le bruciature, ritrovati i colori (giusti), il contrasto e anche una buona resa delle sfumature. A onor del vero ero a 100 ISO e probabilmente se lo stesso errore lo avessi fatto a 1600 ISO non avrei potuto recuperare così tanto. Ma sicuramente con la MKII, a parità di condizioni, un recupero simile non lo facevo.
Insomma, come qualità globale del file, siamo su livelli davvero molto alti. La risoluzione per me è ideale, il giusto compromesso tra l'avere molti megapixel (comodi per forti crop o per stampe davvero molto grandi), senza generare file così pesanti da richiedere computer stile NASA per la loro gestione e archiviazione. Accoppiata a lenti di qualità, non può che restituire immagini tecnicamente notevoli.
Veniamo a tutto ciò che consente di portare a casa lo scatto. Iniziamo dal decantato sistema Autofocus. E' un mostro, punto. Sarà che venendo dalla MKII, su questo fronte ero abituato decisamente male, ma con la MK III sbagliare il fuoco significa solo due cose: non si è studiato il manuale e dunque non la si è impostata a dovere o il soggetto era non focheggiabile. Ovviamente esagero, però la percentuale di scatti fuori fuoco è drasticamente crollata. Il sistema richiede studio e un periodo di affiatamento. Ma una volta comprese le sue potenzialità, tanto in one shot quano in modalità a inseguimento, i riusltati sono straordinari (del resto, il sistema è condiviso dall'ammiraglia 1DX). Certo, tra tante possibili impostazioni, è necessario padroneggiare bene anche la manualità necessaria per attivare le diverse opzioni in modo rapido, ma una volta che la macchina è settata opportunamente rispetto al tipo di soggetto e di scena, griderete "al fuoco al fuoco!". Oltre alle sue qualità di aggancio, il sistema si caratterizza per un gran numero di punti disponibili, la gran parte a croce (i 5 centrali addirittura a doppia croce) e anche coi pochi lineari piuttosto efficienti. I punti sono ben distribuiti all'interno del fotogramma e consentono una composizione agevole in quasi tutte le situazioni, riducendo di molto l'esigenza di ricompomposizione e aumentando anche in questo modo la percentuale di scatti a fuoco.
L'esposimetro è il medesimo IFCL a 63 zone già visto sulle ultime uscite Canon e segue logiche chiaramente diverse rispetto alla precedente generazione. In linea generale si comporta bene, garantendo esposizioni accurate in moltissime situazioni. Manca la misurazione spot sul punto AF selezionato (prerogativa della sola ammiraglia serie 1), tuttavia, in valutativa, è previsto che il sistema tenga in considerazione il punto che va a fuoco attribuendogli un peso maggiore rispetto alle altre zone dell'inqudratura. Devo dire che si dimostra piuttosto efficiente. In generale però, devo rimarcare che riscontro, almeno nel modello a me in uso, una certa tendenza alla sottoesposzione, che non condivido. Una macchina capace di recuperare così bene le alte luci e comunque in ossequio alle regole de digitale che, tra le altre cose, privilegiano l'esposizione c.d. "a destra", avrei preferito un sistema più neutro o magari tendente a leggere sovraesposizioni. Mi ritrovo a sovraesporre sistematicamente di uno stop. Non è un dramma, ma una pecca. Non escludo comunque la necessità di una taratura in assistenza dell'esposimetro, anche se, leggendo in rete, il comportamento da me riscontrato è stato notato anche da molti altri utenti.
La raffica a 6 fps è effettiva (l'ho misurata rafficando un cronometro in azione...) e con CF dalle buone prestazioni (almeno 600x), permette circa 17 scatti RAW prima di saturare il buffer. Se si scatta in raw+jpg, magari salvando il file sulle due schede in modo seprato, l'autonomia cala drasticamente. E' comunque una raffica sufficiente nella maggior parte delle situazioni. Non si avvicina alle prestazioni delle macchine sportive, ma non ne é nememno troppo lontana e abbinata alle ottime prestazioni del sistema AF, consente di calssificare questa macchina come idonea anche ad un uso sportivo/dinamico.
Lo scatto è pronto, molto reattivo, con un tempo di oscuramento del mirino davvero ridotto. Lo shutter lag, rispetto alla II è visibilmente ridotto e i miei ritratti non hanno finalmente (quasi) più gli occhi chiusi. E' prevista una modalità di scatto silenziato, efficientissima. Pare di scattare con una compatta, all'unico prezzo di una riduzione della velocità di raffica (si dimezza); ideale in teatro o comunque in tutte le situazioni che richiedono discrezione.
Priva di gps, wifi e LCD snodabile (presenti sulla sorellina 6d), ha tutto quello che serve per scattare foto di qualità professionale in ogni contesto. L'LCD è bellissimo, chiaro, in formato 3:2, risoluto e brillante. L'autonomia è buona e, al solito per me, non sento la necessità del battery grip (che oltretutto costa uno sproposito, anche se è fatto molto bene).
CONCLUSIONI
Per quanto mi riguarda, Canon ha finalmente messo in vendita una vera macchina all around, adatta cioé a tutte le situazioni di scatto. Con una 5dMKIII in mano, penso che saranno davvero pochissime le circostanze in cui direte "se avessi avuto quell'altra macchina, quella foto riuscivo a farla e invece...". Mi ci trovo benissimo e i risultati che mi restituisce sono molto confortanti. Costa parecchio, più della sua concorrente naturale (Nikon D800) che offre maggiore QI e minore versatilità. Obiettivamente, se non siete fan della tecnologia e non vi servono le prestazioni dell'AF e vi accontentate di una raffica mdoesta, la "piccola" 6d, costa 1.000 euro in meno e offre una qualità di immagine perlomeno altrettanto elevata. Io stesso ci avevo pensato, ma poi ho anche pensato che se volevo superare definitivamente tutti quelli che sentivo come limiti nella MKII, l'unica era rivolgermi alla III. Non sono affatto pentito della mia scelta.
CORPO E COMANDI
A vederla non sembra così diversa dalla progenitrice MKII. A occhio e croce dimensioni e forme sono molto simili. Ma appena la si prende in mano, si sente subito che é fatta di un'altra pasta. E' avvertibilmente più pesante e ha un bilanciamento tale che la fa subito apprezzare nonostante le dimensioni comunque (relativamente) contenute. A parte qualche lieve modifica (tra cui finalmente la leva di accensione in posizione ergonomica e di facile uso), il layout generale dei comandi è sostanzialmente quello già visto negli ultimi corpi Canon e, in particolare, molto simile a quello della della 7D. I vani di batteria e schede di memoria (in questa edizione della serie 5 sono diventate 2, una CF e una SD) si aprono e chiudono senza scricchiolare, sono assistiti da molla e sembrano estremamenet robusti. La batteria tampone è facilmente accessibile attraverso una sportellino dedicato. I pulsanti sono tutti comodi e facili da raggingere (a parte il tasto multifunzione, posizionato in prossimità del pulsante di scatto in una posizione scomoda e poco intuitiva) e la doppia ghiera "tradizionale" Canon permette di mantenere le buone abitudini eventualmente acquisite con altri corpi pro o semipro della casa rossonera. Il mirino è bellissimo, grande (ha una copertura di circa il 100% del campo inquadrato) e molto luminoso. Chi provenga da APS-C lo noterà subito, perché la differenza rispetto alle fotocamere a sensore ridotto (e non solo entry level) è davvero tanta. A mirino sono riportate tute le informazioni più importanti (tempi, diaftrammi, esposimetro, iso, scatti a disposizione in raffica), per cui l'operatività è assicurata senza bisogno di spostare l'occhio. I menu rimangono nello stile Canon, a mio avviso intuitivo e piacevole. Rispetto alla Mark II qui però viene introdotta, per ogni voce di menu, la visualizzazione multischeda. In questo modo, non occorre "scrollare" la schermata, anche se forse il sistema, per quanto piacevole a vedersi, è un pelo meno veloce rispetto a prima. La macchina, al di là delle classificazioni da marketing (che la vorrebbero semipro), è sostanzialmente professionale in tutto e per tutto. E questo si riflette nella complessità dei menu e nella miriade di impostazioni diverse possibili. Particolarmente impressionante il menu del sistema autofocus, che consente un livello di personalizzazione estremo (si va dalla possibilità di selezionare da 9 a 61 punti AF utilizzabili, alle diverse configurazioni del sistema, finao alla moltitudine di possibilità collegate all'uso dell'AF a inseguimento). Graditissima la possibilità di personalizzare moltissimi pulsanti, assegnando loro funzioni diverse da quelle "di fabbrica" (io per esempio, sposto l'attivazione dell'af sul pulsante asterisco, il blocco esposizione su af-on, la livella su m.fn. e l'ingrandimento in review sul pulsante SET). In pratica, questa è una macchina che si può tagliare quasi a misura di ogni utente. Il corpo, completo di batteria e schede pesa quasi un chilo, ma in cambio restituisce una sensazione di ottiimo bilanciamento e una generale impressione di solidità e robustezza. Dopo aver maneggiato diverse reflex, di diverse marche e categorie, devo dire che questa è la prima Canon non serie 1 (il top di gamma) a restituire una piena sensazione di professionalità e robustezza. Non dico che con una macchina del genere si possano affrontare tempeste, ma sicuramente per un uso quotidiano, anche impegnativo, non c'è di che temere.
RENDIMENTO E PRESTAZIONI
Diciamolo subito: sono abituato bene. Provengo da una macchina comunque ottima, come la 5dMKII, dispongo di lenti che vanno dal discreto all'ottimo e mi sono abituato a guardare le foto che produco con occhio abbastanza critico. Insomma, nel fare il passaggio, e dopo aver letto un po' dappertutto che le migliorie della MKIII rispetto alla II si concentravano un po' sotto tutti gli aspetti, meno che sulla qualità dell'immagine, ero un po' prevenuto quando sono andato ad aprire le prime volte i i RAW del nuovo mostriciattolo.
Non ci giro intorno: il primo impatto, guardando i raw così come escono dalla macchina, è quello di essere "a casa". Colori, contrasti, gamma dinamica (che in realtà sulla III è superiore) sono proprio "made in Canon". Ma iniziando a osservare il file in modo più attento e soprattutto cominciado a lavorarlo in modo approfondito, le differenze vengono fuori, eccome. Vediamole: innanzitutto, si nota subito alla prima zoommata al 100% ed in modo impressionante, un aumento della risolvenza del sensore che si traduce in una nitidezza molto maggiore rispetto a quanto il contenuto aumento di risoluzione avrebbe lasciato immaginare. Tutte le mie lenti è come se avessero preso nuova vita. Persino il 24-105 L, che notoriamente dai 70 mm in sù non gode fama di essere una "lama", mi restituisce scatti incredibilmente "croccanti".
Il recupero delle basse luci e delle ombre è anche migliorato rispetto alla II (che era notoriamenet afflitta da problemi di banding, anche se a mio avviso meno gravi di quelli da più parti dendunciati). Occorre anche dire che per il mio genere di fotografia, non sono solito aprire le ombre di due stop. Non amo gli HDR e per me una foto deve avere contrasto quindi, se devo aprire le ombre di due stop significa che ho cannato l'esposizione, e allora la foto la butto. Però, quando serve, magari perché non ho ocn me il flash per una luce di schiarita, sapere di potere tranquillamente recuperare qualcosa è una buona sicurezza. E la MKIII non delude, acnhe se è lontana anni luce dalle mostruose prestazioni di cui sono capaci, a bassi ISO, i nuovi sensori sony, montati per esempio sulla nuova NIkon D800. In compenso, il recupero sulle alte luci è notevolissimo. MI è capitato, mentre armeggiavo con la macchina nuova le prime volte, di scattare per errore una foto in M, convinto di essere in AV. Risultato, foto completamente bruciata. La stavo buttando, quando per sfizio, ho provato a recuperarla. Ebbene, con un - 2 abbondante nell'esposizione in Lightroom 4, la foto è diventata perfetta. Recuperate le bruciature, ritrovati i colori (giusti), il contrasto e anche una buona resa delle sfumature. A onor del vero ero a 100 ISO e probabilmente se lo stesso errore lo avessi fatto a 1600 ISO non avrei potuto recuperare così tanto. Ma sicuramente con la MKII, a parità di condizioni, un recupero simile non lo facevo.
Insomma, come qualità globale del file, siamo su livelli davvero molto alti. La risoluzione per me è ideale, il giusto compromesso tra l'avere molti megapixel (comodi per forti crop o per stampe davvero molto grandi), senza generare file così pesanti da richiedere computer stile NASA per la loro gestione e archiviazione. Accoppiata a lenti di qualità, non può che restituire immagini tecnicamente notevoli.
Veniamo a tutto ciò che consente di portare a casa lo scatto. Iniziamo dal decantato sistema Autofocus. E' un mostro, punto. Sarà che venendo dalla MKII, su questo fronte ero abituato decisamente male, ma con la MK III sbagliare il fuoco significa solo due cose: non si è studiato il manuale e dunque non la si è impostata a dovere o il soggetto era non focheggiabile. Ovviamente esagero, però la percentuale di scatti fuori fuoco è drasticamente crollata. Il sistema richiede studio e un periodo di affiatamento. Ma una volta comprese le sue potenzialità, tanto in one shot quano in modalità a inseguimento, i riusltati sono straordinari (del resto, il sistema è condiviso dall'ammiraglia 1DX). Certo, tra tante possibili impostazioni, è necessario padroneggiare bene anche la manualità necessaria per attivare le diverse opzioni in modo rapido, ma una volta che la macchina è settata opportunamente rispetto al tipo di soggetto e di scena, griderete "al fuoco al fuoco!". Oltre alle sue qualità di aggancio, il sistema si caratterizza per un gran numero di punti disponibili, la gran parte a croce (i 5 centrali addirittura a doppia croce) e anche coi pochi lineari piuttosto efficienti. I punti sono ben distribuiti all'interno del fotogramma e consentono una composizione agevole in quasi tutte le situazioni, riducendo di molto l'esigenza di ricompomposizione e aumentando anche in questo modo la percentuale di scatti a fuoco.
L'esposimetro è il medesimo IFCL a 63 zone già visto sulle ultime uscite Canon e segue logiche chiaramente diverse rispetto alla precedente generazione. In linea generale si comporta bene, garantendo esposizioni accurate in moltissime situazioni. Manca la misurazione spot sul punto AF selezionato (prerogativa della sola ammiraglia serie 1), tuttavia, in valutativa, è previsto che il sistema tenga in considerazione il punto che va a fuoco attribuendogli un peso maggiore rispetto alle altre zone dell'inqudratura. Devo dire che si dimostra piuttosto efficiente. In generale però, devo rimarcare che riscontro, almeno nel modello a me in uso, una certa tendenza alla sottoesposzione, che non condivido. Una macchina capace di recuperare così bene le alte luci e comunque in ossequio alle regole de digitale che, tra le altre cose, privilegiano l'esposizione c.d. "a destra", avrei preferito un sistema più neutro o magari tendente a leggere sovraesposizioni. Mi ritrovo a sovraesporre sistematicamente di uno stop. Non è un dramma, ma una pecca. Non escludo comunque la necessità di una taratura in assistenza dell'esposimetro, anche se, leggendo in rete, il comportamento da me riscontrato è stato notato anche da molti altri utenti.
La raffica a 6 fps è effettiva (l'ho misurata rafficando un cronometro in azione...) e con CF dalle buone prestazioni (almeno 600x), permette circa 17 scatti RAW prima di saturare il buffer. Se si scatta in raw+jpg, magari salvando il file sulle due schede in modo seprato, l'autonomia cala drasticamente. E' comunque una raffica sufficiente nella maggior parte delle situazioni. Non si avvicina alle prestazioni delle macchine sportive, ma non ne é nememno troppo lontana e abbinata alle ottime prestazioni del sistema AF, consente di calssificare questa macchina come idonea anche ad un uso sportivo/dinamico.
Lo scatto è pronto, molto reattivo, con un tempo di oscuramento del mirino davvero ridotto. Lo shutter lag, rispetto alla II è visibilmente ridotto e i miei ritratti non hanno finalmente (quasi) più gli occhi chiusi. E' prevista una modalità di scatto silenziato, efficientissima. Pare di scattare con una compatta, all'unico prezzo di una riduzione della velocità di raffica (si dimezza); ideale in teatro o comunque in tutte le situazioni che richiedono discrezione.
Priva di gps, wifi e LCD snodabile (presenti sulla sorellina 6d), ha tutto quello che serve per scattare foto di qualità professionale in ogni contesto. L'LCD è bellissimo, chiaro, in formato 3:2, risoluto e brillante. L'autonomia è buona e, al solito per me, non sento la necessità del battery grip (che oltretutto costa uno sproposito, anche se è fatto molto bene).
CONCLUSIONI
Per quanto mi riguarda, Canon ha finalmente messo in vendita una vera macchina all around, adatta cioé a tutte le situazioni di scatto. Con una 5dMKIII in mano, penso che saranno davvero pochissime le circostanze in cui direte "se avessi avuto quell'altra macchina, quella foto riuscivo a farla e invece...". Mi ci trovo benissimo e i risultati che mi restituisce sono molto confortanti. Costa parecchio, più della sua concorrente naturale (Nikon D800) che offre maggiore QI e minore versatilità. Obiettivamente, se non siete fan della tecnologia e non vi servono le prestazioni dell'AF e vi accontentate di una raffica mdoesta, la "piccola" 6d, costa 1.000 euro in meno e offre una qualità di immagine perlomeno altrettanto elevata. Io stesso ci avevo pensato, ma poi ho anche pensato che se volevo superare definitivamente tutti quelli che sentivo come limiti nella MKII, l'unica era rivolgermi alla III. Non sono affatto pentito della mia scelta.